Costa Crociere è pronta a cancellare
Venezia e a "traslocare" a Trieste
VENEZIA - A quanto apprende l'Adnkronos, in un incontro riservato durante il Seatrade Europe, la più importante fiera europea dedicata al mondo della crocieristica che si tiene in questi giorni ad Amburgo, Costa Crociere si sarebbe detta pronta a cancellare Venezia dai propri approdi, deviando le proprie navi nel vicino Porto di Trieste.
A spaventare la compagnia la situazione di incertezza relativa al percorso alternativo a Bacino di S.Marco e canale della Giudecca che potrebbe essere deciso per le grandi navi dopo le ultime contestazioni e la clamorosa protesta dei no global di sabato scorso.
Se tutti gli operatori coinvolti nella questione, dall'Autorità Portuale al sindaco Orsoni, sono infatti d'accordo sulla necessità di trovare una soluzione e il decreto Clini-Passera sancisce il divieto di transito per navi di stazza superiore alle 40 tonnellate una volta individuata l'alternativa, manca invece la convergenza su un progetto comune. E questo sta generando il malumore delle grandi compagnie di navigazione e il rischio concreto che l'atteggiamento di Costa Crociere sia imitato da altri.
Si tratterebbe di un vero scossone per Venezia, in cui l'attività crocieristica genera, secondo un recente studio, un giro d'affari di circa 283,6 milioni di euro, pari a circa il 3,26 % del Pil del Comune di Venezia, e un impatto occupazionale diretto stimabile in oltre 4000 unità nella sola area veneziana e im oltre 3.500 nell'indotto. Molto dipenderà comunque dall'esito dal vertice convocato dal premier martedì 1 ottobre a palazzo Chigi con i ministri delle Infrastrutture e dell'Ambiente Maurizio Lupi e Andrea Orlando per arrivare a una «decisione definitiva sulla questione.
Venezia e a "traslocare" a Trieste
VENEZIA - A quanto apprende l'Adnkronos, in un incontro riservato durante il Seatrade Europe, la più importante fiera europea dedicata al mondo della crocieristica che si tiene in questi giorni ad Amburgo, Costa Crociere si sarebbe detta pronta a cancellare Venezia dai propri approdi, deviando le proprie navi nel vicino Porto di Trieste.
A spaventare la compagnia la situazione di incertezza relativa al percorso alternativo a Bacino di S.Marco e canale della Giudecca che potrebbe essere deciso per le grandi navi dopo le ultime contestazioni e la clamorosa protesta dei no global di sabato scorso.
Se tutti gli operatori coinvolti nella questione, dall'Autorità Portuale al sindaco Orsoni, sono infatti d'accordo sulla necessità di trovare una soluzione e il decreto Clini-Passera sancisce il divieto di transito per navi di stazza superiore alle 40 tonnellate una volta individuata l'alternativa, manca invece la convergenza su un progetto comune. E questo sta generando il malumore delle grandi compagnie di navigazione e il rischio concreto che l'atteggiamento di Costa Crociere sia imitato da altri.
Si tratterebbe di un vero scossone per Venezia, in cui l'attività crocieristica genera, secondo un recente studio, un giro d'affari di circa 283,6 milioni di euro, pari a circa il 3,26 % del Pil del Comune di Venezia, e un impatto occupazionale diretto stimabile in oltre 4000 unità nella sola area veneziana e im oltre 3.500 nell'indotto. Molto dipenderà comunque dall'esito dal vertice convocato dal premier martedì 1 ottobre a palazzo Chigi con i ministri delle Infrastrutture e dell'Ambiente Maurizio Lupi e Andrea Orlando per arrivare a una «decisione definitiva sulla questione.